Castronovo
Non è
altro che Castel Gualtieri del Catalogo dei Baroni del 1173, quando aveva
presso a poco 125 anime. E’ molto probabile che fosse chiamato così perché vi
sorgeva un castello. Perché Gualtieri? Forse il suo primo signore si chiamò
Gualtieri o Walter quando fu costruito il castello, attorno al quale sorse il
primo gruppo di case ? Forse in seguito il paese, rinnovato, prese il nome di
Castronovo o Castello Nuovo?.
Più tardi si chiamò anche Castrum Morrei,
quando Morrea esercitò una influenza predominante non solo su Castronovo ma
anche su S. Vincenzo e su S. Giovanni Valleroveto. E’ nominato ancora fra le
terre della Contea di Albe nel 1293. Poi seguì le sorti di Morrea e di
Balsorano, divenendo feudo dei conti di Celano e dei Piccolomini.
Attorno al 1300,
in atti notarili in pergamena, esistenti nell’Archivio della Certosa di
Trisulti (Frosinone), Castronovo viene chiamato Castello Novo: uno di questi
documenti porta la data del 29 giugno 1299. E Castelnuovo vien detto anche nel Regestum
di Roberto d’Angiò (1309-1343). Viene ricordato Castronovo con la chiesa di
S. Nicola nel Catalogo delle chiese sorane, già citato più volte in questo
lavoro (a. 1308).
Castronovo si trova con la denominazione di Castrum Morrei
anche nella relazione di una visita pastorale, fatta dal vescovo sorano
Giovannelli nel 1618. Nella suddetta relazione si dice fra l’altro che negli
anni precedenti al 1618 (annis praeteritis), il paese era stato quasi
tutto dato alle fiamme da banditi. Non è detto né il perché né in quale anno ebbe
luogo la vandalica azione.
E’ mia impressione che l’episodio selvaggio fosse avvenuto già da tempo e di esso si conservasse nel popolo il triste ricordo, tramandato di generazione in generazione. Il Giovannelli, che fu un raro ricercatore di documenti antichi e un preciso annotatore di fatti e di memorie storiche, non si sarebbe servito di quella espressione generica (annis praeteritis), se avesse saputo la data approssimativa di quell’incendio distruttore.
Una riflessione non possiamo trascurare: in quei tempi di vendetta
le nostre popolazioni indifese vissero spesso sotto l’incubo della paura, e non
una sola volta, assalite da uomini senza Dio e senza coscienza, si trovarono
senza tetto e senza nulla. Non ho potuto rintracciare lo stemma di Castronovo, che
fu Università, ossia Comune autonomo prima del 1806. Aveva allora 290 abitanti
e si eleggevano ad amministratori del paese <<per bussolo>>
un sindaco e due massari. Castronovo fece parte del Comune centrale di Civita
d’Antino con S. Vincenzo Valleroveto, con Morino e con Morrea dopo il 1806; dal
1816 invece, assieme a Roccavivi, a S. Giovanni Valleroveto ed a Morrea è
passato al Comune di S. Vincenzo Valleroveto.
Nel 1663 erano solo 75 gli
abitanti di Castronovo, 115 nel 1706, 425 nel 1838, 513 nel 1931. Il lettore di
fronte a queste cifre potrà domandarsi: come si spiega che un paese, anche
piccolo che sia, che esiste da secoli, si trova solo con 75 abitanti nel 1663?
La risposta è subito data e non vale essa unicamente per Castronovo, ma per
tutti i paesi di Valle Roveto. Eccola: nell’anno 1656 e attorno a questa data
epidemie ed epidemie desolarono le nostre terre, decimandone le abbandonate
popolazioni.
L’ho già ricordato nella storia di Valle Roveto, e lo ripeterò
ancora in questa rapida rassegna dei paesi della valle. A Castronovo il catasto
fu incominciato assieme a Morrea e ai suoi Casali nel 1748. L’altitudine del paese
sul livello del mare è di m. 525. Una strada stretta, ma carrozzabile, ha
inizio al Km. 31+50 della Nazionale 82 e raggiunge, dopo Km. 2, Castronovo. Poi
prosegue per Rendinara.
Castronuovo è terra di agricoltori, il paese offre poco
e così gli abitanti si vedono costretti a trovare fuori lavoro. Alcuni sono
operai che vanno e vengono, molti hanno cercato una sistemazione a Roma e dintorni,
e spesso vi si trasferiscono con tutta la famiglia; altri sono emigrati fuori
d’Italia. Nessuno però dimentica il paese d’origine; d’estate i più vicini
tornano per le feste patronali a passare qualche giorno in famiglia.
Castronovo ebbe 13 morti nel
terremoto del 1915, 11 caduti nella guerra 1915-18, 1 nella guerra etiopica
1935-36, 3 nella seconda guerra mondiale e 2 civili. Erano 582 gli abitanti di
Castronovo nel 1951, mentre sono risultati 452 nel 1961. Nel territorio di
Castronovo esiste un mulino ad acqua; un tempo vi era anche un frantoio a
trazione animale.
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