Sistemazione Idraulico-Forestale In Valle Roveto - Caccia
Mi è
sembrato anche opportuno riportare nel mio studio storico i lavori eseguiti in
Valle Roveto per la sistemazione idraulicoforestale e ringrazio quanti mi
hanno fornito gentilmente notizie e chiarimenti. Balsorano. Versante
sinistro del Liri. Lavori estensivi: rimboschimento per oltre 100 ettari delle
zone «Difesa dei Ridotti e Cese Lunghe» con gradonamento, piazzole e buche e
messa a dimora di diecine di migliaia di piantine di pino nero di Villetta
Barrea, cipresso dell'Arizona e cedro deodara e semina diretta di querciarovere
e leccio.
Lavori intensivi: muretti di consolidamento su tutte le pendici, a valle di Monte Cornacchia e sino ai terreni olivetati di proprietà privata, dove l'acqua piovana aveva creato prima erosione e poi ruscellamento del terreno con oltre 3000 mc.. Sistemazione del Fosso di Villa, a confine con la provincia di Frosinone, con la creazione di briglie e controbriglie, le prime in malta cementizia e le seconde in gabbionate laterali, graticciate e fossi drenanti e rimboschimento di robinia.
Fosso dei Sassi: costruzione di briglie in muratura e controbriglie in gabbionata, muretti a secco di invito, fossi drenanti in pietra, per regolare il deflusso delle acque piovane. I lavori di rimboschimento alla difesa dei Ridotti furono iniziati con un cantiere di rimboschimento e successivamente con l'intervento della Cassa ed eseguiti in parte in amministrazione diretta dal Corpo Forestale e da ditte appaltatrici.
I rimboschimenti, tutti riuscitissimi in un primo tempo, furono abbandonati in un secondo tempo per mancanza di fondi, senza poter eseguire i lavori culturali e il rifacimento delle chiudende onde proteggere le piantine dal bestiame pascolante e da atti vandalici delle persone. Castello di Balsorano: sistemazione dei ruderi del lontano terremoto del 1915, con creazione di piazzole con mezze lune in pietra calcare a, e messa a dimora di varie centinaia di piantine di olivo.
Il lavoro fu eseguito in amministrazione diretta dal Corpo Forestale
dello Stato con fondi di migliori e boschive del Comune di Balsorano. Valle S.
Angelo: esisteva solo un impervio sentiero che portava al santuario
della Grotta di S. Angelo, accessibile a pochi. Si è ora aperta una strada
carreggiabile per oltre 2 Km., con muri laterali di protezione fatti con pietra
calcarea; un sentiero, largo m. 1,80, dalla carreggiabile conduce al santuario
con largo impiego di muri di protezione per regolare il deflusso delle acque
piovane e con rimboschimento di piantine di cedro deodara, pino nero e
cipresso dell'Arizona, mentre nella parte più bassa il rimboschimento è avvenuto
con piantine di olivo, con muretti e mezze lune ad evitare dilavamento del
terreno.
Davanti poi alla Grotta di S. Angelo è stato levato un grande
muraglione in blocchi di pietra, sia per allargare il piazzale, sia per
proteggere il fabbricato. Il tutto è stato eseguito dal Corpo Forestale dello
Stato in amministrazione diretta. Fonte delle Streghe: creazione di una
cisterna, in calcestruzzo armato, di mc. 500 con relativi lavori di presa e con
abbeveratoi per bestiame, onde sfruttare i nudi pascolivi.
I lavori sono stati
eseguiti in amministrazione diretta dal Gorpo Forestale dello Stato con fondi
di migliorie boschive del Comune di Balsorano. Costa Larga: taglio di
succisione e rinfoltimento con pino nero, cipresso comune, cedro ecc.; lavori
eseguiti dal Corpo Forestale con cantiere Scuola di rimboschimento. S. Vincenzo
Valleroveto. Rimboschimento con gradonamento, piazzole e buche e messa a
dimora di piantine forestali nella località « Madonna del Romitorio» e
successiva creazione di mezze lune con piantagione di olivi e cantieri di
rimboschimento forestale.
In un secondo tempo nella stessa località, attigua
alla zona trattata dalla Forestale, taglio di succisione e rinfoltimento fatto
dall'Ente per la valorizzazione del Fucino. Sistemazione del Fosso S. Antonio
a Morrea Vecchia con briglioni in pietra a secco e rimboschimento delle coste
di Morrea: lavoro questo eseguito dal Corpo Forestale con fondi della Bonifica
Integrale. In seguito, sempre alle coste di Morrea, creazione di mezze lune e
piazzole con messa a dimora di 1515 piantine di olivo, con fondi di migliorie
boschive del Comune di S. Vincenzo Valleroveto.
Nel versante destro del Liri
per i Comuni di Balsorano, S. Vincenzo Valleroveto e Morino nessun lavoro è
stato eseguito. Per quanto riguarda la flora dei nostri monti, possiamo dire
che dai m. 500 agli 800 sul livello del mare le pendici sono coperte da boschi
di leccio. Dai m. 800 ai 1800 troviamo boschi di alto fusto di faggio,
intercalati da nudi pascoli vi. Abbondano la genziana, la salvia e il timo con
poca valeriana.
Lavori di rimboschimento non sono mancati nei Comuni di Civitella
Roveto e di Canistro, anche se non mi è stato possibile di essi avere dati
particolareggiati. Caccia. Anche la selvaggina di Valle Roveto merita
qualche cenno. Un tempo la selvaggina stanziale abbondava, particolarmente abbondavano
le lepri, le starne, le coturnici. Oggi essa è diminuita fortemente a seguito
del diboscamento e dell'uso di diserbanti velenosi; non ultimo motivo della
diminuzione il numero sempre crescente dei cacciatori, che vengono da Roma e
dalla provincia di Frosinone.
Ad evitare la continua diminuzione della selvaggina si è costituita nel 1950 una zona di divieto di caccia detta «zona 23» tra la contrada Femminella, a un chilometro circa da Civitella Roveto, fino al confine fra Canistro e Capistrello. Questi confini citati sono i confini della zona di divieto a sud e a nord. Il confine ovest poi è segnato dalla Nazionale 82, mentre la cima montana tra Monte Bello e Quota 1136 ne segna il confine est. Anche a Balsorano contemporaneamente fu fissata una zona di divieto, che però è stata riaperta alla caccia nel 1955.
Fino a pochi anni
fa vivevano in Valle Roveto due tipi di starne; un tipo più grande, quello di
collina, è scomparso completamente dopo l'annata di straordinarie nevicate del
1956, febbraio e prima metà di marzo. L'altro tipo più piccolo, quello di
montagna, probabilmente più resistente al freddo, ancora esiste e vive ora sia
in collina sia in montagna. La lepre non fu danneggiata da quell'inverno di
freddo eccezionale, mentre le coturnici perirono in gran numero. Per rimediare
alla diminuzione della selvaggina stanziale si sono effettuati vari esperimenti
di selvaggina importata.
Dal 1957 fu
lanciato nella zona di divieto il colino della Virginia, ma senza successo.
Anche sul tentativo dei fagiani non si può dire una parola definitiva. Per
quanto riguarda la selvaggina migratoria, essa non è costante. Vi sono annate
buone, in cui abbondano le quaglie, le beccacce e le anatre; in altre annate
mancano completamente. Il tordo non manca in Valle Roveto, in special modo nei
Comuni di Balsorano e di S. Vincenzo Valleroveto, nelle annate di buon raccolto
di olive. Tra gli animali nocivi occupa il primo posto la volpe, nonostante la
lotta contro di essa con i bocconi avvelenati.
Altro animale nocivo riapparso sulle nostre montagne è il lupo, che spesso arreca danni agli armenti e ai greggi. Sono presenti in Valle Roveto anche faine, martore, tassi, puzzole, gatti selvatici, falchi, aquile: quest'ultime molto raramente. Ancora più raramente è stato visto l'orso, forse sconfinato dal vicino Parco d'Abruzzo. In Valle Roveto esistono due sezioni Cacciatori, una a Civitella e l'altra a Balsorano: esse fanno parte del raggruppamento di Avezzano.
Da qualche tempo è
stato concesso al marchese Toraldo il permesso di formare una riserva di
caccia privata nella zona di Colle Migliuri-Castagneto fino a S. Giusta, zona
tra Morino e Civitella Roveto. Tra i cacciatori della valle predominano i
lepraioli, che usano ottimi segugi.
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